Il museo del marmo, nato nel 1982 per iniziativa del comune, si divide in sei sezioni: archeologia romana la geologia e la storia del territorio, la campionatura universale dei marmi e le pietre ornamentali, le applicazioni tecniche dei marmi, l’archeologia industriale, la sezione di arte moderna.
Come reperti archeologici spicca la statuetta mutila di Artemide e rinvenuta in via fossa cava nel 1928.
Per quel che riguarda la scultura antica, la maggiore parte delle opere esposte sono in calco poichè gli originali sono conservati presso l’Accademia delle Belle Arti compreso la stele di Fantiscritti risalente al II sec. d. C.
Inoltre si possono trovare macchinari usati per il trasporto del marmo, atrezzi per la segagione e lavorazione del marmo e fotografie delle antiche cave con la documentazione del territorio.

Il Museo Civico del Marmo è ospitato in uno stabile collocato al di fuori del centro storico lungo l’arteria principale di collegamento alla città, Viale XX Settembre, edificato negli anni 1962-1965 a firma di Dante Petrucci in base alla tesi di laurea di Ezio Bienaimé.  L’edificio è stato sede delle due edizioni della Mostra Nazionale del Marmo (1965 e 1966), il cui allestimento originario è ancora oggi in parte leggibile nella sala delle Applicazioni Tecniche dove sono conservati alcuni esempi di opere esposte e di strutture architettoniche.  Nel 1978 è divenuto sede dell’Internazionale Marmi Macchine spa, periodo a cui risale l’allestimento dei corridoi della Marmoteca con oltre trecento esemplari (formato 75×60) di marmi prodotti sulle Alpi Apuane, in Italia e nel mondo.