Il torrione superstite della fortezza è attribuito tradizionalmente a Castruccio Castracani (sec. XIV ) in realtà è il frutto di una serie di rifacimenti ed aggiunte all’antica rocca operati nel corso del XV,XVI e XVII secolo, per adeguarla all’uso delle armi da fuoco. Osservando la parte sbrecciata si possono osservare cornicioni marmorei a tortiglione quattrocenteschi inglobati in murature posteriori nonché segni chiari di una sopraelevazione con una corona di cannoniere avvenuta verosimilmente alla fine del ‘600.
Il fortilizio dopo l’unità d’Italia venduto dallo Stato Italiano a privati come cava di pietre è stato salvato dalla totale distruzione nel 1883 dall’intervento dello storico tedesco Theodor Momsen.
Prima della distruzione appariva formato da tre torrioni rotondi ed uno a pianta quadrangolare.
Nel 1859 l’apertura di una strada lo aveva separato dal resto del complesso castellano costituito dal cinquecentesco “casino del principe” con torre d’angolo,tuttora esistente sebbene profondamente alterato;
sulla facciata reca una lapide secentesca proveniente dalla cappella della fortezza.