È di stile romanico ed ebbe annesso, in epoca medioevale, un hospitale, cioè un ospizio per viandanti, retto da monaci. L’insediamento medievale, probabilmente insisteva su un altro romano : “Ad Tabernas Frigidas”, dal quale troviamo notizia sulla Tabula Peutingeriana. Era una mansio romana, luogo di sosta e di riposo con alloggi, magazzini e derrate necessarie per le truppe che transitavano lungo la via Aemilia Scauri e che si dirigevano verso Luni. Più tardi il sito passò sotto il nome di “Burgo Frigidi” e l’hospitale presso la chiesa, oggi scomparso, ereditò dall’epoca precedente la funzione di ricovero per viandanti. Durante i lavori di restauro della chiesa, condotti dalla Soprintendenza ai Monumenti di Pisa, intorno agli anni 1953 – 1954, furono rinvenuti tre tracciati sovrapposti, residui di murature interrate e reperti marmorei con caratteri epigrafici latini. L’edificio sacro presenta un’unica aula, un coro rettangolare che insiste, nel sottosuolo, su di una struttura semicircolare, forse il basamento di una più antica abside. Il lato sud, fino a circa 40 cm di altezza dal suolo, è costituito da pietre lavorate in modo rozzo e poste in posizione orizzontale; da lì fino al tetto si tratta di pietrame irregolare che dimostra che sono stati fatti nuovi rifacimenti; sul lato sud-est si nota una bifora con archetti ogivali in marmo bianco. Il lato nord presenta tratti originali della facciata fino a 1,70 m fino al coro dove vi sono altre due monfore. Sul lato vicino alla facciata si notano dei caratteristici filari di pietre disposte a spina di pesce. La porta d’ingresso era ornata da un portale di ingresso del XII secolo opera dell’artista Biduino e rappresentava l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Adesso quest’opera si trova nel Metropolitan Museum di New York. Originariamente aveva tre porte: la principale nella facciata, una nel muro nord e una terza in quello sud, che collegava il cortile interno dell’hospitale col presbiterio. Verso il XVII secolo venne rialzato il piano della Chiesa per difenderlo dalle piene del fiume e così si fece anche per il sagrato. La Chiesa rimase in questo modo fino al 1880; dopo l’edificio cadde in abbandono fino al restauro del 1954.